Cambia lo stile grafico in Bianco e Nero
Cambia lo stile grafico in Alto Contrasto
Cambia lo stile grafico in Solo Testo
Hai selezionato lo stile solo testo.
Home > Menu > Scheda del prodotto > Esperienza d'uso
Parole chiave: italiano, scrittura, lessico
Mi sono proposto di sperimentare, fra i numerosi applicativi
del CD Live So.Di.Linux:
Aggettivi, Due aggettivi, Scegli aggettivo e Tux
Type.
Per i primi tre, da proporre in prima e seconda media durante le ore di attività di consolidamento di Italiano, rispettivamente una volta alla settimana, obiettivo era arricchire le abilità lessicali, modalità erano breve lezione frontale e spiegazione del software e conseguente esercitazione. Per l’ultimo, nel gruppo di prima media cui facevo laboratorio su Access due volte la settimana, obiettivo era rendere più sciolto e sicuro l’uso della tastiera. Modalità sostanzialmente le medesime, breve lezione frontale e spiegazione del software, poi esercitazione.
Bisogna
subito dire che gli applicativi di sopra rispondono realmente
a vistose carenze nella competenza lessicale degli alunni,
e dunque ad un reale bisogno (il numero personale di termini
compresi o usati dai ragazzi della media è purtroppo
esiguo, cosa ben conosciuta dagli insegnanti e non solo).
Il vocabolario personale dei ragazzi di prima e seconda,
che componevano i gruppi sperimentazione, era in media
confinato in orizzonti piuttosto modesti. Con l’eccezione
di alcuni dotati di conoscenze semantiche più vaste,
l’attività di completamento degli esercizi
proposti è stata interessante e, limitatamente
al repertorio lessicale esibito dall’applicazione,
arricchente (i più bravi hanno trovato le associazioni
nome - aggettivo etc. piuttosto scontate, ma era da prevedersi).
Si sono fatte le copie dei CD (l’aula informatica
è dotata di masterizzatore), che poi sono state
distribuite ai ragazzi i quali hanno scelto di fare il
lavoro in gruppi di due. Già l’attività
di riproduzione (non tutti i CD, almeno non gli ultimi,
sono stati masterizzati dal sottoscritto, - l’idea
è venuta strada facendo, sul principio fondante
di far fare ai ragazzi tutto quello che ‘dimostrano’
empiricamente di saper fare, e c’è sempre
qualcuno che trova soluzioni e scorciatoie cui gli altri
non avevano pensato) è stato un momento di scoperta
per molti ragazzi. Si è poi proceduto a ‘preparare’
le macchine per funzionare con il CD a tecnologia Knoppix.
Anche qui, dopo una prima fase (l’insegnante che
fa tutto) in cui i computer venivano ‘settati’
a fare il boot dal CD e non dall’HD, si è
cercato di far fare la cosa ai ragazzi. Si è potuto
così constatare come alcuni siano più svelti
del docente a comprendere e compiere l’operaziore
e a risolvere eventuali piccoli intoppi (premere <Del>
allo startup, cambiare l’ordine di avvio, impostare
‘xfce 1024x768’ etc.). Tutto ciò è
stato occasione per molti di apprendere qualcosa riguardo
alla risoluzione video. Insomma, la fase preparatoria
(del resto ridotta proprio ai minimi termini) è
stata suscitatrice di ulteriori inaspettate scoperte.
'Aggettivi' chiede di abbinare una aggettivo (fra cinque) ad un nome in una frase. Si tiene traccia delle risposte esatte e di quelle sbagliate. Viene presentata una frase diversa con diversi aggettivi ad ogni schermata; si può proseguire solo se viene selezionato l’aggettivo adatto. L’interfaccia è molto semplice. I ragazzi più svogliati (o i più furbi) sono portati a ‘cliccare’ su tutti gli aggettivi in sequenza (uno sarà quello giusto…), ma fortunatamente si tiene traccia degli errori! Un limite è l’impossibilità di usare la tastiera.
‘Due aggettivi’ chiede di correlare nove nomi a nove aggettivi in modo opportuno, mediante trascinamento. Si tiene traccia di errori e correlazioni esatte. Si può proseguire solo una volta terminata la schermata corrente. Nove coppie, con nomi ed aggettivi non banali, risultano per la numerosità stessa di approccio non sempre immediato per i ragazzi, soprattutto per quelli il cui lessico è piuttosto modesto. L’esercizio si rivela attraente in particolare per questi ultimi. I più bravi, dopo un po’, si annoiano. C’è comunque la possibilità di sostituire con file di testo nomi e aggettivi, ma dopo un imperioso messaggio che non concedeva autorizzazione a salvare, ci siamo fermati.
‘Scegli
aggettivo’ conduce a collocare all’interno
di altrettante frasi sette aggettivi. Si tiene traccia
di errori e abbinamenti esatti. Si può proseguire
una volta terminata la schermata. L’accordo morfologico
aiuta qui il ragazzo nella scelta dell’aggettivo
(calda-latte per esempio è davvero improponibile!),
comunque l’apprendimento è forse più
contestualizzato, vista la presenza della frase. Anche
qui, si è palesata valida la legge dell’interesse
inversamente proporzionale alla relativa facilità
dell’esercitazione (ma questo si può dire
di ogni attività…).
Le esercitazioni sono costruite in base alla teoria classica
del testing, considerando l’esercitazione come un
insieme chiuso. Un ampliamento possibile sarebbe in direzione
del test adattivo (IRT o Item Response Theory), dove l’insieme
aperto degli item è ordinato in base alla difficoltà.
Scegliendo l’item iniziale in modo casuale (o partendo
da un livello medio), si procede con scelte successive
dipendenti dalla risposta dello studente (item più
difficile se la risposta è giusta, più facile
se è sbagliata). In tal modo gli item si stabilizzano
(aumentano fino a un massimo le risposte giuste).
Tuttavia
le finalità dei tre software sperimentati erano dichiaratamente
quelle di un’esercitazione, per lasciare all’allievo
la possibilità di autovalutarsi prima di affrontare
la prova alla scadenza prevista, o soltanto semplicemente
di apprendere. E’ chiaro comunque che la ‘banca
dati’ dovrebbe essere in quest’ultimo caso piuttosto
imponente. D’altra parte nessun alunno (penso) sarebbe
disposto ad apprendere il lessico di una lingua naturale
attraverso montagne di esercizi al computer. Ritengo quindi
che i software testati abbiano una valenza positiva non
tanto come strumento di accrescimento delle conoscenze,
quanto come mezzo autonomo di autovalutazione o come test.
C’è inoltre in essi il riverbero psicologico
dell’indurre a riflettere sull’importanza di
raffinare le proprie scelte semantiche.
Più in generale, una sessione di esercitazioni e/o
test al computer presenta la possibilità di monitorare
facilmente il progresso degli studenti, misurare la crescita
dei singoli nel tempo, provvedere in tempo ad individuare
problemi e difficoltà, impartire insegnamenti individualizzati.
La sessione può inoltre essere somministrata individualmente,
ed essere svolta con limiti di tempo predefiniti liberamente.
Mi sembra che questi requisiti siano stati soddisfatti mediante
la sperimentazione condotta.
‘Tux Type’ si è rivelato una necessità ineludibile. Molti ragazzi davvero non sanno trovare le lettere sulla tastiera e anche le lettere o i simboli meno esoterici (addirittura anche alunni di terza media). E questa scoperta – per l’insegnante sorprendente – è venuta fuori proprio attraverso il pinguino ‘mangialettere’. Ben vengano dunque applicativi di questo genere, tanto coinvolgenti per il loro aspetto ludico da indurre a vere e proprie gare! Tux Paint suscita sorpresa, curiosità (è un videogioco) simpatia (la figura del pinguino, l’ambientazione nordica insolita, la situazione del mangiare pesci, il nutrire l’animaletto), determinazione a superare le difficoltà. Seleziona chi conosce poco l’inglese (ma c’è la possibilità di cambiare il file di testo sottostante, e comunque, mi sembra, digitare parole il cui senso magari è solo vagamente conosciuto induce ad un maggior investimento di attenzione e di memoria) e qualche volta suggerisce trucchi anche ‘disonesti’ (chi guarda le parole e detta, chi digita freneticamente sulla tastiera).
Insomma, divertimento. Ma anche apprendimento, e di quello
che permane, nelle mani e nella testa. Sono stati consegnati
CD per le esercitazioni a casa. Senza lezioni ortodosse
di dattilografia, i ragazzi hanno comunque imparato ad utilizzare
qualche dito in più. Risultati? Anche gli alunni
di terza media si sono proposti per saggiare le loro abilità!
Un’ultima osservazione. Gli alunni non si sono fatti
scrupolo nell’esplorare un po’ tutti gli applicativi
presenti sul CD. Molto successo ha riscosso ‘Atomix’,
per coloro che già conoscevano qualcosa di chimica,
ma anche per chi voleva solo cimentarsi. I metodi adottati
erano ‘per prova ed errore’. I ragazzi capiscono
subito quello che bisogna fare, sembra che non seguano un
procedimento logico rigoroso (e noioso), si rendono conto
(scontrandosi con i divieti e i permessi del gioco), delle
possibili soluzioni, che trovano ingegnosamente dopo aver
cercato le strade più strane. La conoscenza acquisita
poi non resta monopolio di chi l’ha fatta, ma viene
subito diffusa. Così si sale di livello, nel gioco.
Altri trovano poi nuove soluzioni, ed è come se pensassero
insieme e risolvessero ciascuno un pezzetto di difficoltà.
La comunicazione e l’integrazione fanno il resto.
E’ cosa nota comunque a tutti gli insegnanti, credo,
come la ‘classe’, quando lavora insieme, sembri
moltiplicare le potenzialità dei singoli, e sia quasi
una ‘mente’ collettiva dalle capacità
sorprendenti.
Sono convinto che più i ragazzi si lasciano fare
(con gli obiettivi ben fermi, e un’applicazione didattica
certamente è in grado di fissarli) più lontano
essi arrivano.